Cronache e rivelazioni della ricostruzione

CRONACHE E RIVELAZIONI DELLA RICOSTRUZIONE

 

Ci eravamo lasciati con l’augurio che nel maggio del 2009 avremmo inaugurato il nuovo rifugio Melano. Non è stato proprio così, ma quasi… Non siamo certo rimasti con le mani in mano: abbiamo lavorato alacremente su tutti i fronti, sia dal punto di vista del lavoro di ricostruzione vero e proprio, sia dal punto di vista della ricerca dei fondi necessari per andare avanti nel nostro progetto.

Ma andiamo per ordine.
E’ l’inverno 2006 – primavera 2007 che ci ha visti partire di gran carriera, quando con l’impresa Paschetto Roberto di San Secondo di Pinerolo si è proceduto all’apertura della pista di accesso, a partire dalla “Gran Cumba”: circa 700 metri di pista, realizzati in soli 15 giorni lavorativi, poi una gran cena a suggellare questo primo fondamentale atto. In quel momento però cominciava la prima vera sfida, e cioè lo smontaggio e lo smaltimento del vecchio Melano. Da un vecchio progetto, datato primi anni ‘70, avevamo riscontrato la presenza di lastre di amianto nell’intercapedine tra le pareti: questa era una grande preoccupazione. Non ne parlammo con nessuno, io e Pino Manno e decidemmo di recarci sul posto per verificare bene la situazione. Ci munimmo della giusta attrezzatura e andammo a fare alcuni assaggi: con nostro gran stupore e gioia scoprimmo che non vi era amianto, ma lana di roccia. La cosa ci incuriosì, così venimmo a sapere che Giuseppe Orbecchi, già allora (si parla del 1970), era al corrente dei problemi legati all’uso dell’amianto ed aveva così consigliato Gino Griva di prendere le dovute precauzioni: meno male! Rimaneva però sempre il problema dello smontaggio e dello smaltimento del nostro caro e vecchio Melano. Con Alessandro Lazzari abbiamo fatto mille congetture… Poi una domenica che eravamo su alla Sbarua, con Paolo Strani, salimmo sul tetto del rifugio, e quasi per scherzo cominciammo a provar a svitare qualche bullone, realizzando che… la cosa era fattibile. Le settimane che seguirono furono dedicate allo smontaggio, con avvicendamento di tanti soci. Gli accordi con e la gran disponibilità dell’ACEA, poi, ci permisero di smaltire il vecchio rifugio, stoccandolo nei container posizionati ai Brun. Si trattò di un’operazione strategica, che ci permise di risparmiare tanti Euro. Permettetemi a questo punto di ringraziare dal profondo del cuore Pino Manno, perché fu proprio il suo entusiasmo a trascinarci tutti – anche – in quell’operazione. Nel frattempo continuava la parte burocratica della vicenda: magistralmente condotti da Anna Maria Lorenzino, segretaria dell’allora Comunità Montana Pinerolese Pedemontano e dal suo presidente Mario Mauro, abbiamo preparato progetti, appalti, e affidamento lavori, in modo da arrivare verso la fine del 2007 alla realizzazione del cordolo di base del nuovo rifugio e al parallelo smontaggio e trasporto di Casa Canada dal piazzale Valdo Fusi di Torino all’area gentilmente concessa dal comune di San Pietro Val Lemina per lo stoccaggio provvisorio, in attesa di essere trasportata alla Sbarua. La primavera 2008 ci ha visti impegnati nel rimontaggio in Sbarua di Casa Canada. Con la ditta Barus di Prali organizziamo il trasporto: avevamo programmato circa 120 viaggi, ma grazie alla grande esperienza e ai mezzi della ditta furono sufficienti appena 30 viaggi!! E’ proprio il caso di dire che seguire la casetta nel suo viaggio, dopo le traversate transoceaniche, da Torino a Rocca Sbarua via San Pietro e lungo le… ardite discese e risalite del Ciardonet offrì molti momenti di profonda emozione. In Sbarua, ad attendere Casa Canada, c’era Victor Bignozzi di Piobesi T.se con suo padre e con la ditta Lupu. Furono costoro, con una vera e propria opera d’arte a rimettere… ogni tronco al suo posto tanto che a giugno 2008 la struttura era completamente rimontata nella sua nuova veste montana. Mi soffermerei un attimo su questa fase perché la cosa non fu certo delle più semplici, vuoi per la complessità dell’operazione, dovuta al fatto che ogni singolo tronco andava collocato in quella sola ed unica posizione, vuoi per il poco spazio a disposizione per le due macchine operatrici, vuoi anche per la pericolosità delle varie operazioni, svolte con tronchi che passavano a diversi metri di altezza, il tutto in massima sicurezza e senza incidenti di sorta. Il merito di tutto questo va senza dubbio alle due ditte, Barus e Bignozzi, che han lavorato in perfetta armonia e coordinamento, ciò ci ha permesso nella primavera del 2009 di realizzare la pre-inaugarazione del rifugio, alla presenza delle tante autorità che già sino ad allora ci avevano sostenuto, e del nostro presidente generale Annibale Salsa, mantenendo così almeno in parte le speranze manifestate nel precedente “Sbarua”. L’estate 2009 ci ha visti proseguire nell’opera, con la realizzazione dei locali tecnici (vasca acquedotto e centrale termica) da parte della ditta Barus, l’impianto elettrico interno al rifugio da parte della ditta Bintek di Piscina, e degli impianti igienico-sanitari e di riscaldamento da parte della ditta Pussetto e Pollano di Pinerolo. Naturalmente a quel punto ancora molto mancava. Ricordo – è cosa molto recente – la centrale termica, gli arredi interni e il collegamento acqua e corrente elettrica dal Ciardonet. Nuovamente ci siamo imbattuti nella cronica carenza di soldi. Ma grazie a conoscenze ed a preziosi amici – bipartisan – potemmo incontrare nel novembre 2009 i vertici della Giunta Regionale del Piemonte che ci diedero ancora una volta – credendo nel progetto – un aiuto fondamentale con due diverse forme di finanziamento che ci hanno permesso di far partire gli appalti della cucina e del collegamento acqua-corrente dal Ciardonet, che tra l’altro si sta completando proprio in questi giorni da parte della ditta Basso di Frossasco. Dobbiamo ancora ricordare che l’Enel, è stata veramente molto sensibile ed attenta al nostro progetto, perchè in tempi diversi ha finanziato la realizzazione dell’impianto fotovoltaico che sorgerà sulla centrale termica, e ci ha fornito il cavo elettrico – circa 1600 metri – per il collegamento con la rete al Ciardonet. A questo punto, pur essendo conscio di aver dimenticato qualche tassello ed aver fatto torto a qualcuno – ma ci saranno tempi e modi per rimediare quando chiuderemo la questione – siamo ai giorni nostri, siamo all’ultima assemblea straordinaria in cui il presidente Alessandro Lazzari ha esposto lo stato avanzamento lavori e la situazione finanziaria, siamo all’esposizione delle reali necessità economiche che dobbiamo affrontare tutti assieme per completare l’opera, siamo alla richiesta di contributo ai soci, per far fronte comune al fine di, ed è il mio augurio… superare l’ultimo passaggio, per dirla in gergo alpinistico, di slancio!

Ugo Griva con Pino Manno

 

Il punto di vista di Alessandro Lazzari…

23.18: è l’ora che mi racconta il notebook di Ombretta su cui, da poco rientrato in casa, sto stilando queste poche note. E’ un periodo in cui, come ormai di consueto, mi dibatto tra moltissimi impegni – a proposito, Ombri… grazie e di tanto in tanto scusa per la mia iperattività multitasking – ma in tutto ciò il CAI, il nostro CAI Pinerolo non manca e trova sempre il suo spazio. Un gioco di squadra. Una lucida follia collettiva. Basta questo a definire il progetto del nuovo Melano – Casa Canada! Eppure è quasi ora che la zucca abbia a diventare – e restare – una splendida carrozza, un po’ al contrario di quanto ci raccontano le favole. Dopo molti sforzi di tante persone, possiamo dire che la meta è davvero a portata di sguardo ed, anzi, di mano. Son proprio convinto che toglierò il quasi che ora campeggia davanti ai 40 – che per me giungeranno in maggio – festeggiando con voi “a porte aperte” in Sbarua. Dedicherò più in là del tempo a ringraziare i tanti che – contagiati da questa lucida follia – stan rendendo possibile il concretizzarsi di questo sogno, sperando di non dimenticarne alcuno. Per ora la consapevolezza che il nuovo rifugio darà un dono a noi tutti, al pinerolese, al Piemonte e in fondo in fondo a tutti quelli che a vario titolo amano la montagna, la natura e viverne persone, spazi, colori e profumi. Scriverete voi, e scriveremo insieme, il bel libro – ne son convinto – che sta per iniziare … Un forte abbraccio e… diritti alla meta!

Alessandro

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